Nell’Arizona del 1882 c’è un uomo, Albert Stark,
inetto e inadatto alla società della violenza e del sopruso, oltre che della
morte continua e persistente. E' lui il protagonista di Un milione di modi per morire nel West, pastore capace di risolvere i duelli solo a chiacchiere che, oltre a odiare con tutto se stesso il mondo in cui vive, viene persino lasciato dalla fidanzata per un uomo più ricco e dai baffi curatissimi,
“accessorio facciale” più volte messo in risalto nel film; quello dei baffi, oltretutto,
è solo uno dei mille luoghi comuni dei film western che Seth MacFarlane si
diverte a dissacrare:
dalla fiera in cui si muore con una facilità disarmante e
persino assurda in cui un ciarlatano vende elisir miracolosi e un altro propone
un tiro a segno in cui bisogna sparare agli schiavi neri che scappano, alle
risse da saloon in cui Albert e il suo amico Edward fingono di picchiarsi pur
di non essere messi in mezzo, agli indiani che sono solo “egoisti” visto che il
paese sta venendo diviso a metà, alla moda femminile del tempo derisa senza pietà, alla colonna sonora in perfetto stile western
e alle riprese delle distese rocciose e delle praterie sconfinate.
Come negli altri film del buon Seth (autore de
I Griffin) non manca nemmeno l’abuso di droghe per le quali Albert ha una
sensibilità eccessiva, tale che quando le assume, oltre a pensare che i cani
della prateria gli leggano nel pensiero, subisce visioni rivelatrici in stile
Dalì.
Inutile dire che il divertimento non manca, grazie
a un continuo spiazzamento delle attese, dai salti nella contemporaneità
(Albert discute con l’amico del fatto che i ragazzini si rimbambiscano a
giocare solo con il cerchio e il bastone, che questo divertimento gli
affosserebbe la fantasia … un po’ come i videogame oggi …) e nella citazione più evidente (in un
capannone illuminato Albert trova Doc di Ritorno al Futuro armeggiare con la
Delorian e alla fine persino Django fa un cameo, uccidendo il proprietario del
tiro a segno razzista), alla volgarità talmente smaccata e programmatica da non
mostrarsi come tale.
Basti dire che l’amico Edward è promesso a una prostituta
che non vuole fare sesso con lui perché desidera attendere la prima notte di
nozze, salvo poi esporgli tranquillamente i dettagli dei suoi incontri di lavoro.
Un milione di modi per morire nel West, tuttavia,
non è una semplice parodia del genere. È ben costruito e assolutamente coerente nella sua
trama, grazie anche alla sorprendentemente simpatica Charlize Theron e a un
Liam Neeson già visto con piacere in un cameo spettacolare in Ted 2. Per quanto
scontata nel suo lieto fine, però, il tutto risulta estremamente godibile e
spassoso, ricordandoci i migliori lavori di Mel Brooks, maestro e mentore di
Seth.