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14 luglio 2015

Un milione di modi per morire nel West, perla semisconosciuta di Seth MacFarlane


Nell’Arizona del 1882 c’è un uomo, Albert Stark, inetto e inadatto alla società della violenza e del sopruso, oltre che della morte continua e persistente. E' lui il protagonista di Un milione di modi per morire nel West, pastore capace di risolvere i duelli solo a chiacchiere che, oltre a odiare con tutto se stesso il mondo in cui vive, viene persino lasciato dalla fidanzata per un uomo più ricco e dai baffi curatissimi, “accessorio facciale” più volte messo in risalto nel film; quello dei baffi, oltretutto, è solo uno dei mille luoghi comuni dei film western che Seth MacFarlane si diverte a dissacrare

dalla fiera in cui si muore con una facilità disarmante e persino assurda in cui un ciarlatano vende elisir miracolosi e un altro propone un tiro a segno in cui bisogna sparare agli schiavi neri che scappano, alle risse da saloon in cui Albert e il suo amico Edward fingono di picchiarsi pur di non essere messi in mezzo, agli indiani che sono solo “egoisti” visto che il paese sta venendo diviso a metà, alla moda femminile del tempo derisa senza pietà, alla colonna sonora in perfetto stile western e alle riprese delle distese rocciose e delle praterie sconfinate. 

Come negli altri film del buon Seth (autore de I Griffin) non manca nemmeno l’abuso di droghe per le quali Albert ha una sensibilità eccessiva, tale che quando le assume, oltre a pensare che i cani della prateria gli leggano nel pensiero, subisce visioni rivelatrici in stile Dalì. 

Inutile dire che il divertimento non manca, grazie a un continuo spiazzamento delle attese, dai salti nella contemporaneità (Albert discute con l’amico del fatto che i ragazzini si rimbambiscano a giocare solo con il cerchio e il bastone, che questo divertimento gli affosserebbe la fantasia … un po’ come i videogame oggi …)  e nella citazione più evidente (in un capannone illuminato Albert trova Doc di Ritorno al Futuro armeggiare con la Delorian e alla fine persino Django fa un cameo, uccidendo il proprietario del tiro a segno razzista), alla volgarità talmente smaccata e programmatica da non mostrarsi come tale. 

Basti dire che l’amico Edward è promesso a una prostituta che non vuole fare sesso con lui perché desidera attendere la prima notte di nozze, salvo poi esporgli tranquillamente i dettagli dei suoi incontri di lavoro.

Un milione di modi per morire nel West, tuttavia, non è una semplice parodia del genere. È ben costruito e assolutamente coerente nella sua trama, grazie anche alla sorprendentemente simpatica Charlize Theron e a un Liam Neeson già visto con piacere in un cameo spettacolare in Ted 2. Per quanto scontata nel suo lieto fine, però, il tutto risulta estremamente godibile e spassoso, ricordandoci i migliori lavori di Mel Brooks, maestro e mentore di Seth.