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14 aprile 2015

Perché il Settimo Figlio non è rimasto a casa sua?


Vedere un grande film è bello e parlarne bene è ancora meglio. Questa overture così piena di poesia, tuttavia, non è fine a se stessa ma contiene i germi di un’altra rivelazione di profonda verità: recensire una pellicola brutta è ancora più piacevole. Esprimere un’opinione assolutamente non richiesta e carica d’odio, è una di quelle cose che rende la vita degna di essere vissuta; un po’ come le ferie pagate.

Come avrete intuito non solo il film non mi è piaciuto, ma l’ho proprio disprezzato: una delle più goffe rappresentazioni di quell’oscuro e misterioso medioevo che ancora tanto affascina scrittori, registi e affini. Un “medioevo fantastico” (non quello di Baltrušaitis, ovviamente) in cui si muovono (recitano sarebbe un verbo troppo pretenzioso) una strega malvagia e un belloccione inesperto che scopre la sua vera natura di eroe e mago praticamente da nulla e il cui unico merito è quello di essere il settimo figlio di un settimo figlio. 

A questi si aggiungono un maestro ironico e insopportabile, un’altra gnocca fattucchiera e una storia d’amore che più scontata di così si muore, il tutto condito da un bel po’ di effetti speciali; forse l’unico elemento valido in tutto questo costoso carrozzone.

Che dire poi della presenza di John Snow, specchietto per le allodole utile giusto ad attirare i fan di Trono di Spade al cinema? Da dire, in realtà, c’è ben poco: pronti via e il buon John crepa bruciato. Speriamo che almeno si sia goduto il copioso cachet percepito. La trama, in questo caso giova ripetersi, è labile e scontata: nessuno dei personaggi, tranne forse il leggermente spassoso maestro Gregory, riesce a mostrare la ben che minima traccia di personalità, a partire proprio dalla crudele antagonista.

L’obiettivo di Julianne Moore è, tanto per cambiare, il male per il gusto del male o al massimo la sete di potere: una scelta psicologica raffinata come Calderoli e piuttosto lontana da qualunque desiderio di originalità. La storia parte da un solido romanzo fantasy e di formazione, vecchio stile ma comunque apprezzabile, rimaneggiato con mano da boscaiolo sadico. Nullificato il percorso formativo (il ragazzino nel libro ha 12 anni e, al termine dell’avventura contro Madre Malkin, riprende giustamente il suo apprendistato), il film tende ad aderire al modello Romeo&Giulietta, con l’amore contrastato tra la “famiglia” delle streghe e quella dei cacciatori di fattucchiere.

Insomma, rispetto al libro (che comunque resta un romanzo per ragazzi) tutto viene banalizzato, semplificato, ridotto ad avventura con tante spade, qualche drago e un lungo elenco di stravaganti supporter della cinica strega, ovviamente in precedenza fiamma di maestro Gregory. Una pellicola che, volontariamente, punta al film di consumo, quando invece avrebbe tutte le carte in regola per spaccare i culi. «Tu ti aspetti troppo da un film senza pretese», potrebbe obiettare qualcuno. E avrebbe ragione.


Diciamo che guardando il Settimo Figlio ho provato la stessa sensazione che mi suscitò la visione di un’altra becera bestialità pseudo fantasy (parlo dell’adattamento cinematografico, non del libro), Eragon, di cui, giustamente, nessuno ha mai voluto produrre un seguito. Soprattutto dopo aver doppiato il drago con una voce che incita alla zoofilia.

7 aprile 2015

Into the Woods, la recensione in coppia di Mark&Milly


Mark: Prevedibile come la corruzione in parlamento ... giovedì 2 Aprile Milly mi ha trascinato a vedere sul grande schermo il nuovo “capolavoro” del suo attore preferito … Into the Woods con Johnny!

Milly: A mia discolpa posso dire che il trailer è assolutamente ingannevole! … Basta! Non mi fiderò mai più!

Mark : Onestamente non credevo fosse necessario vedere il trailer ... pensavo, forse troppo ingenuamente, che fosse il solito minestrone sulle favole dei fratelli Grimm rivisitate.

Milly: Partiamo con il dire che il cast di questo film è stellare: troviamo infatti, oltre a Johnny Depp, Maryl Streep, Christine Baranski (la Diane di “the Good Wife”), Anna Kendrik … e proseguo dicendo che non si fanno infiltrare attori del calibro di Johnny Depp solo per rendere il film più appetibile agli spettatori!!

Mark: scatti d’ira di Milly a parte, l’idea alla base della trama del film non è male … gli sceneggiatori hanno deciso di utilizzare alcune favole tra le più famose, inserendole in una macrostoria che le contiene tutte: c’era una volta in un paese molto lontano un fornaio e la sua bella mogliettina che non potevano avere figli a causa si una maledizione lanciata sulla loro famiglia. Il fornaio (il cui nome non viene mai menzionato) dovrà ritrovare alcuni oggetti nel bosco (da qui il titolo del film … e fidatevi che non riuscirete a dimenticarlo! … poi capirete il perché) per liberarsi da questo incantesimo.

Milly: Gli oggetti che il fornaio e la moglie dovranno recuperare su indicazione della strega (interpretata egregiamente da Maryl Streep) appartengono ad alcuni personaggi delle favole (Cappuccetto Rosso, Raperonzolo, Jack e il fagiolo magico e Cenerentola). Benissimo … e fin qui le premesse non sarebbero del tutto malvagie …

Mark: Il film potrebbe essere anche carino … non fosse che in nessuna presentazione viene specificato che si tratta di un musical!! … Ma che dico di un musical! Si tratta di una tortura che vi accompagnerà fino all'ultimo minuto del film … sì perché anche nei musical almeno ogni tanto parlano!!!! Basti pensare che il titolo, Into the Woods, viene ripetuto all'interno dei motivetto dalle 5000 alle 8000 volte (restando scarsi)!!!


Milly: di certo se guardate solo il trailer noterete che non viene mai presentata nessuna parte cantata ma solo quelle recitate (probabilmente le uniche!). Dall'inizio del film, per ogni situazione e per ogni avvenimento viene intonato un motivetto che vi martellerà il cervello per i 10 minuti successivi, senza aggiungere nulla alla storia! …

Mark: A metà film, alla riaccensione delle luci in sala, abbiamo dato un’occhiata ai nostri compagni di avventura presenti in sala e alle loro condizioni fisiche e mentali. Tra ragazze che dormivano, ragazzi che guardavano gli aggiornamenti di Facebook e gente che tentava di scappare dalla sala (trattenuta solo dall'aver pagato il biglietto) abbiamo avuto la conferma che la nostra pessima impressione non fosse solo nostra (per non parlare della reazione di Milly alla vista del suo amato Johnny ridotto a mantellina dalla nonna di Cappuccetto Rosso!).

Milly&Mark: In conclusione il film è stato una vera delusione. La buona trama è stata vanificata da una serie di ritornelli martellanti … noiosi ed estremamente ripetitivi cantati dai personaggi! Le uniche due note positive (se proprio ne vogliamo trovare) riguardano le ottime prestazioni canore dei personaggi (tutto in lingua originale e sottotitolato) e l’estrema semplicità dei testi, facilità che ha permesso a Mark di imparare qualche nuovo termine inglese oltre ai colori!